lunedì 7 dicembre 2015

Vivere in un letto

Era sabato e finalmente mi trovavo in un letto tranquilla. Il medico che mi aveva cateterizzato tornava ad osservare la sacca delle urine ogni 15 minuti, per vedere se si riempiva. Avevo la creatinina a 12!! Il che voleva dire che se quella notte non avessi prodotto urine sufficienti mi avrebbero fatto la dialisi. Parole nuove per me : creatinina, dialisi, cateteri. L'infermiera si affaccendava attorno a me per vedere se le flebo, i tubi e i vari aggeggi funzionassero tutti. Vidi mio padre che finalmente entrò a salutarmi con mio zio che era venuto anche lui , dato che conosceva benissimo i medici . Pensavo a mia madre a casa, chissà come si sentiva.  Le giornate erano tutte uguali, anche se c'era molto movimento nel corridoio che univa l'altro reparto in fondo della Chirurgia. Ero costantemente attaccata ad una sacca che lavava 24 ore su 24 la mia vescica, più le flebo di liquidi e antibiotici. Ho dovuto imparare a dormire con le braccia dritte, per non bloccare il flusso dei liquidi. Quando mi andava bene potevo girarmi su di un fianco se avevo l'altro braccio libero.  Ma non era difficile dato che ero talmente indebolita che il sonno non mi mancava e quando sei in ospedale puoi dormire quando ti pare. Ogni tanto dovevano cercare altre vene, perché si rompevano.  I pasti non erano male, solo che puntualmente dopo pranzo iniziavo a tremare dalla febbre. Avevo un freddo !! Praticamente ero sempre febbricitante , ma mi dicevano che era normale, fino a quando non avessero trovato la causa dei miei problemi. Trascorsi 25 giorni a letto senza potermi alzare altrimenti i 3 cateteri che avevo in corpo (quello nel rene destro mi era stato applicato dopo 10 giorni dal primo) sarebbero usciti. E finalmente mi dissero che potevo alzarmi. Evviva, era ora!! Non sapevo però che la le mie gambe erano diventate deboli, avevo perso il tono muscolare. Per andare in bagno dovevo percorrere un corridoio abbastanza lungo, ma non mi persi d'animo. CE LA FACCIO. Dopo una decina di passi mi ritrovai per terra. Non c'era nessuno ad aiutarmi, ma mi rialzai senza sforzo. Con il passare dei giorni le mie estremità si rinforzarono. Adesso potevo andare in sala pranzo con gli altri, anche se sedermi su quelle sedie in plastica era un po' faticoso, dato che al posto dei glutei si sentivano le ossa...chiesi a mia mamma di portarmi un cuscino. Se pesi solo 33 chili penso sia normale!

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