martedì 9 febbraio 2016

QUALCOSA DI NUOVO

Il problema più grande è come passare il tempo  in un letto. Ogni alba è diversa e il tuo mondo lo vedi attraverso quel pezzo di vetro che se sei fortunata lo trovi vicino al tuo giaciglio. Così ti soffermi a guardare di quanti colori possano esserci nel cielo e come cambiano rapidamente, cosa che gli altri giorni della tua vita non avevi mai avuto il tempo di osservare.  Quella mattina in cui mi trasportarono fuori sulla lettiga per controlli radiologici, in quei 5 minuti capii che ce l'avrei fatta. La primavera era iniziata e le rondini che gridavano girando e giocando a rincorrersi sopra la mia testa furono i messaggeri di positività e buon umore. "Torniamo subito" "Fate pure con comodo , che intanto mi godo questo sole tiepido" .Non mi è mai piaciuto starmene con le mani in mano. Rendersi utili è gratificante e appena era possibile mi prestavo a fare qualcosa. E quel giorni in cui l'infermiera mi disse se volevo "fare un po' di pezzette" accettai subito. Anche se ero a letto mi misero davanti il vassoio dei pasti e sopra depositarono un po' di garze che avrei dovuto piegare in un certo modo. Servivano in sala operatoria per medicare. Davo una mano agli infermieri così loro avrebbero avuto più tempo per gli ammalati. E imparai velocemente! Quando iniziai ad alzarmi non mancavo di aiutare gli altri ad alzare il letto, con la manovella davanti , oppure a passargli il bicchiere, avvicinare il tavolino ecc. E una bella mattina arrivò il medico e mi annunciò che avevano finalmente trovato "il nome del colpevole" . " Tettamanti abbiamo trovato che cosa hai" Io non so di quanti colori divenne la mia faccia per l'emozione e l'attesa. Batterio di Koch , ovvero tubercolosi vescicale con reflusso. " E' curabile?" fu la mia risposta. "Certo, dovrai prendere delle pastiglie " Ero felicissima! Non me ne fregava più niente. La parola "curabile" era una vittoria. E da quel giorno iniziarono a darmi giornalmente 3 antibiotici mirati al giorno da prendere tutti insieme , per uccidere il maledetto. Restai ancora una settimana per dosare i farmaci e poi me ne andai a casa ancora integra, con il mio rene malandato.

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