lunedì 1 febbraio 2016

BENEDETTI INFERMIERI


I giorni NO, li capivi quasi subito. Ti svegliavi e già c'era quella nuvola che ti ingrigiva la mente. Ero stanca di non sapere cosa mi avesse portato lì, stanca delle medicine , delle flebo, i cateteri...di tutto insomma. Ma dove avrei potuto andare, dato che non stavo bene? Poi mi distraevo e le infermiere mi facevano ridere anche contro voglia. Benedette infermiere!! La vita di un ospedale è diversa dalla vita come la intendiamo noi. E' come se chi entra oltrepassasse uno spazio temporale, un mondo fuori dagli schemi. Il tempo si misura con parametri diversi. Quando vengono i tuoi famigliari a farti visita è come se respirassi l'aria che c'è di fuori. Poi ti portano cibi diversi (se consentito) e ti senti felice come un bimbo che vede materializzarsi il suo regalo. Cerchi di sapere più notizie possibili del "mondo che hai lasciato fuori" e intanto guardo negli occhi mia madre per vedere se sta soffrendo tanto, ma non glielo chiedi mai. Già mi sentivo un po' colpevole per avere scombussolato la vita della mia famiglia. Aspettando il nome del colpevole invisibile che mi aveva ridotto in quel letto, mi sentivo ogni giorno un po' meglio. Ormai sapevo i turni degli infermieri e mi stavo abituando . Il cibo era cucinato bene, il mio preferito era il pollo arrosto e il minestrone, tanto che c'era un infermiere che me lo offriva sempre anche quando non era nel menù.

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